LA GUERRA NON È UNA PARTITA A PALLONE

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Viviamo strani momenti. Mentre i conflitti esplodono o si riacutizzano in diverse parti del mondo, per i soliti interessi economici e di potere, e gli Stati si riarmano per le prossime guerre, c’è chi fa il tifo da casa, come se si trattasse di una partita di calcio da guardare su uno schermo.

Mentre sul fronte interno i governi si preparano alla carneficina sociale che scaturirà dall’economia di guerra e realizzano già oggi, di conseguenza, una serie sterminata di decreti e leggi contro i movimenti, per coprirsi le spalle dalle future proteste, e manganellano chi scende in strada per chiedere il cessate il fuoco (come avvenuto in diversi cortei contro il genocidio in corso a Gaza), c’è chi pensa che sia furbo organizzare iniziative che appoggiano l’uno o l’altro dei giocatori statali sul campo bellico globale. Senza capire che stavolta il campionato non lo vince nessuno, tanto meno i tifosi.

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GLI STATI SI RIARMANO

La guerra in Ucraina sta dando ai diversi paesi, ognuno a suo modo, l’opportunità per riarmare i propri eserciti. Diamo un’occhiata, perché peculiare del modo di procedere degli Stati, a sei paesi europei, Germania, Inghilterra, Francia, Spagna, Italia e Polonia (più una nota sulla Svizzera), al Giappone e alla Federazione Russa. La Cina oltre ad essere una delle maggiori potenze militari del mondo possiede bombe atomiche, oltre ad una riserva speciale: milioni di potenziali soldati di terra.Mentre per quanto riguarda gli Stati Uniti, maggiore potenza militare e nucleare del mondo e maggior fornitore di armi del governo ucraino, basti citare che per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, hanno dispiegano in Europa 4.700 militari d’assalto della 101esima divisione aerotrasportata: si trovano in Romania, vicino al confine con l’Ucraina1.

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COME TI FREGO… con le primarie!

Un partito in tremenda crisi di credibilità e di seguito, il Partito Democratico, ricorre alle primarie per dare una sferzata di novità. Ma è solo una farsa per attrarre i naufraghi dell’elettorato della sinistra italiana, alla ricerca di una zattera alla quale aggrapparsi, pur che sia.

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CHE NON ESISTONO POTERI BUONI. Alfredo condannato a morte dallo Stato.

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Venerdì 24 febbraio 2023 c’è stata la decisione della Cassazione: Alfredo Cospito deve rimanere al 41 bis. E deve pagare, come beffa, le spese processuali. In questo modo, rigettando l’istanza di revoca presentata dal suo avvocato, i cinque giudici della Corte di Cassazione hanno condannato Alfredo alla pena di morte, dato che quella della Cassazione era l’ultima possibilità legale di vedere l’annullamento del 41 bis e che il compagno è deciso a proseguire la sua lotta, incominciata il 20 di ottobre con uno sciopero della fame ad oltranza, che ormai dura da oltre quattro mesi, arrivando a perdere circa 50 kg.

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VITUPERATO AMORE, vituperata anarchia.

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Sui giornali e in tv per settimane abbiamo sentito sbraitare di “attacco alle istituzioni” e “pericolo anarchico”, in riferimento ai cortei e alle azioni in solidarietà ad Alfredo Cospito, prigioniero nelle carceri dello Stato italiano, in sciopero della fame, primo anarchico ad essere sottoposto all’infame regime annichilente del 41 bis.

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… ALLA LARGA!

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Si è fatto un gran parlare, nelle ultime settimane, da parte dei partiti della destra italiana, riguardo al fantomatico asse PD-anarchici-mafiosi, dopo la visita a gennaio di alcuni importanti esponenti del Partito Democratico al carcere di Bancali a Sassari, dove era detenuto in regime di 41 bis il compagno anarchico Alfredo Cospito prima che venisse spostato al carcere di Opera a Milano, e successivamente al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale milanese San paolo per l’aggravamento del suo stato di salute.

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RAGIONANDO SULL’ASTENSIONISMO ELETTORALE

Le elezioni Regionali del Lazio e della Lombardia del 12 e 13 febbraio hanno premiato i partiti di governo, e in particolare Fratelli d’Italia della premier Giorgia Meloni, con l’elezione a governatori di Francesco Rocca (Lazio) e Attilio Fontana (riconfermato in Lombardia).
Quello che le recenti elezioni ci dicono, però, è che sempre meno persone vanno a votare.
È utile dare un’occhiata alle percentuali, perché mostrano in maniera davvero molto chiara come una grossa parte della società italiana non si senta più rappresentata dai partiti politici, cosa che come anarchiche e anarchici non possiamo non sottolineare.

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Sulle limitazioni al diritto di manifestare

Era solo questione di tempo. Dopo i primi esperimenti in città capofila come Trieste, dopo la prova sul campo per il G20 di Roma, ecco che il 10 novembre è arrivata la notizia che con una circolare del ministero dall’interno, Luciana Lamorgese, il diritto a manifestare – non solo contro il greenpass ma parliamo di qualunque tipo di manifestazione – verrà fortemente limitato in tutta Italia. Continua a leggere Sulle limitazioni al diritto di manifestare

Fascisti utili idioti del sistema. Sull’assalto alla sede della Cgil il 9 ottobre a Roma.

A due giorni dallo sciopero generale di 24 ore di tutto il sindacalismo di base dell’11 ottobre (cosa che non avveniva da anni) succede che a Roma sabato 9 ottobre un branco di fascisti strumentalizzando il giusto malcontento di lavoratrici, lavoratori e persone comuni (le più varie) nei confronti dell’introduzione di uno strumento che non è né di cura, né di prevenzione ma che estende il controllo digitale sui luoghi di lavoro e nelle università (e domani sulla società intera) ad uso dei datori e dei padroni (stiamo parlando del green pass), vadano ad assaltare una sede di un sindacato (stiamo parlando della sede romana della Cgil).

In attesa della prossima catastrofe

L’epidemia del Sars-cov-2, ovvero del tipo di coronavirus che provoca la malattia da Covid-19, che colpisce soprattutto il sistema respiratorio-polmonare ma non solo (postumi di varia natura sono stati per esempio riscontrati nel sistema nervoso del cervello) e in modo grave soprattutto persone a rischio – anziani o chi presenta altre malattie concomitanti (…ma non solo!) – ha mostrato a tutto il mondo i limiti e le colpe del sistema burocratico-capitalista in cui viviamo. Continua a leggere In attesa della prossima catastrofe