♦ Da quando si è insediato due anni fa, il governo Meloni ha approvato una serie di leggi e decreti per colpire sia la dissidenza interna che alcune categorie di “indesiderabili”, in continuità con i governi che l’hanno preceduto.
Ha cominciato con i “rave party”, per continuare con gli immigrati (cavallo di battaglia, in Italia, sia delle destre che della sinistra liberale, sia di alcune aree grigie delle formazioni post-staliniste), con i giovani delle periferie povere, con i gruppi ecologisti, per finire, recentemente – per mezzo del “decreto agricoltura” – con gli animalisti. In mezzo c’è anche un ennesimo “decreto sicurezza” che, firmato dal consiglio dei ministri nel novembre scorso, attende l’approvazione da parte del parlamento. Quest’ultimo provvedimento, se venisse approvato, porterà – oltre al solito aumento delle pene, delle sanzioni e delle misure di polizia – all’istituzione di nuovi articoli del codice penale, previsti per punire le proteste sia nelle carceri che nei centri di detenzione amministrativa per senza documenti. Anche la solidarietà esternata dall’esterno alle persone recluse che, non di rado, si ribellano e cercano di fuggire, sarà colpita attraverso il nuovo reato di “incitamento alla rivolta”.
Di fronte a questo profluvio di decreti (di cui, dopo questa introduzione, pubblichiamo un riassunto per ricordarci di cosa stiamo parlando), si può provare ad immaginare quale sarà la prossima categoria “indesiderabile” che si proverà a colpire. Continua a leggere ULTIME SVOLTE REPRESSIVE del governo italiano
Categoria: Documenti
Scritti e traduzioni dal mondo
PAROLE A PROPOSITO. Contro le derive stataliste e militariste
Alcuni testi, provenienti dalla Germania, affrontano la deriva militarista di parte del movimento anarchico del loro paese, soprattutto dopo la chiamata da parte di presunti “anarchici tedeschi”, legati all’Anarchist Black Cross di Dresda, per una manifestazione il 24 febbraio 2024 in solidarietà con l’Ucraina e contro il cessate il fuoco. Li pubblichiamo qui, tradotti dall’italiano (fonte: ilrovescio.info), condividendone lo spirito convintamente internazionalista e disfattista.
Continua a leggere PAROLE A PROPOSITO. Contro le derive stataliste e militariste
QUI SIAMO NELL’ESERCITO. Una cartografia non esaustiva del supporto europeo e italiano agli anarchici nell’esercito di Kiev
Diffondiamo questo scritto/opuscolo pubblicato su lanemesi.noblogs.org e su altri siti di movimento, poichè ci sembra parte di quell’importante approfondimento che l’antimilitarismo anti-autoritario ha incominciato a fare su quella che anche noi, su questo sito, abbiamo considerato come una pericolosa deriva interventista di parte del movimento anarchico, seppur fortunatamente in Italia limitata a pochi settori, relativa al posizionamento rispetto alla guerra in Ucraina.
Oltre al testo, è possibile scaricare il PDF dell’opuscolo stampabile.
SPESE MILITARI ED EXPORT DI ARMI: I NUMERI DELL’ITALIA.
I conflitti si estendono nel mondo. Gli Stati si riarmano. I diversi contesti geografici e i mari vengono saturati di soldati, cannoni e navi da guerra. Le relazioni internazionali vengono affrontate con un approccio militarista, come vediamo in particolare in Ucraina e nel Medio Oriente (e in molte altre regioni dimenticate). Se le cifre – tra cui quelle che forniamo qui in allegato PDF con questa nostra relazione – ci dicono qualcosa, quel qualcosa non è incoraggiante. La corsa al riarmo mondiale a cui stiamo assistendo assomiglia a quella vista precedentemente alle due Guerre Mondiali. Anche questo certamente non è un buon segnale e ci informa in maniera abbastanza chiara di quale sia la direzione volutamente intrapresa dagli Stati, se non sapremo mettere i proverbiali bastoni tra gli ingranaggi ormai a pieno regime della macchina militare. Perché prima o dopo, è sempre stato così, gli armamenti costruiti dalle aziende belliche e acquistate dagli Stati, oltre che dalle milizie armate che agiscono per procura per conto di questi ultimi, saranno utilizzati per nuove guerre; e il pericolo di una nuova guerra mondiale, a queste velocità militariste, e per il diretto interesse del complesso militare-industriale-finanziario (che drena immense ricchezze dai fondi sociali delle comunità dei paesi che si riarmano, contribuendo così anche alla “guerra interna” alle persone sfruttate), non è più una possibilità remota o una congettura da nerd della geopolitica.
PICCOLI FUOCHI VAGABONDI
50 ANNI DALLA RIVOLTA DEL POLITECNICO AD ATENE. Testo dell’occupazione di Evangelismos
Questo novembre è il 50mo anniversario della rivolta studentesca del Politecnico di Atene contro la dittatura fascista dei Colonnelli in Grecia, salita al potere con un colpo di Stato nel 1967, sostenuto dagli Stati Uniti. Il 14 novembre del 1973 gli studenti del Politecnico, molti di cui anarchici, entrarono in sciopero e occuparono la facoltà. L’occupazione seguiva di alcuni mesi (febbraio 1973) lo sciopero degli studenti di legge che avevano occupato la loro facoltà ed erano stati brutalmente sgomberati da polizia ed esercito. L’occupazione colse impreparato l’apparato repressivo del regime che non riuscì ad intervenire immediatamente anche grazie alla solidarietà che gli studenti ottennero; infatti, da subito, migliaia di lavoratori, studenti medi e universitari di altre facoltà accorsero al Politecnico occupato. Durante le giornate del 14, del 15 e del 16 continuarono a susseguirsi assemblee, iniziative, venne attivata una stazione radio che trasmetteva in tutta la zona di Atene, vennero barricati gli ingressi dell’università. Il governo impose la legge marziale e sospese la fornitura di energia elettrica a tutta la città (eccetto il Politecnico che era dotato di generatori di emergenza subito messi in funzione dagli studenti). Queste prime risposte non riuscirono a spegnere la protesta che anzi crebbe di intensità e partecipazione tanto da spingere il governo a far circondare dall’esercito l’intero quartiere di Atene, Exarchia, e il Politecnico in modo da fermare l’afflusso di gente. Alle 3 del mattino del 17 novembre un carro armato sfondò l’ingresso principale della facoltà facendo entrare i soldati nel cortile che trovarono gli studenti determinati a non cedere in alcun modo. All’interno dell’università la repressione fu brutale, arrivando fino a giustiziare con un colpo di pistola alla nuca uno studente, Michael Mirogiannis, di 19 anni. Contemporaneamente allo sgombero, trasmesso in diretta dalla radio del politecnico, gli studenti e gli operai attaccarono l’esercito nel resto della città, le barricate si moltiplicarono, in molti zone della città le forze repressive furono messe in seria difficoltà. La risposta del governo fu anche in questo caso estremamente brutale, furono 42 i morti durante lo sgombero e i successivi scontri (tra cui anche un bambino di 5 anni ucciso da un colpo di fucile di un soldato durante i rastrellamenti di un quartiere popolare di Atene) e centinaia i feriti.
La rivolta è generalmente considerata come l’atto che segnò l’inizio della fine del regime militare, destinato a cadere pochi mesi dopo, nel 1974. La rivolta pose anche fine al tentativo di “liberalizzazione” del regime militare. Il 17 novembre è attualmente festività per tutti gli istituti scolastici in Grecia e occasione di lotta per i movimenti anarchici. A seguire pubblichiamo un contributo da parte dell’occupazione di Evangelismos (Heraclion) che mette in relazione le lotte e gli aspetti della società greca di ieri e di oggi. Aspetti odierni che in maniera similare potremmo adattare alla situazione italiana.
SULL’ORLO DEL PRECIPIZIO. Conversazione con l’anarchico israeliano Uri Gordon
Di seguito pubblichiamo la traduzione di questa conversazione online del sito greco Infolibre con l’anarchico israeliano Uri Gordon, sulla situazione attuale in Palestina e Israele.
Una trascrizione in inglese era stata fornita sul sito di Freedom, da lì successivamente tradotta in Italiano dal sito comunismolibertario.it col titolo “tanta disperazione in questo momento: Intervista con un anarchico israeliano”.
Noi abbiamo preferito rifarci all’originale in greco, poiché Freedom, come del resto dichiarato sul suo sito, ha modificato in parte la traduzione.
Ricordiamo che Uri Gordon è stato uno dei fondatori, tra gli altri, di Dissent! Network, Indymedia, People’s Global Action e Anarchici contro il Muro. È anche l’autore di Anarchy Alive!: Anti-Authoritarian Politics from Practice to Theory.
Continua a leggere SULL’ORLO DEL PRECIPIZIO. Conversazione con l’anarchico israeliano Uri Gordon
TESTI SULLA QUESTIONE ISRAELO-PALESTINESE di diversi gruppi anarchici e della sinistra marxista
Pubblichiamo di seguito una serie di articoli e/o comunicati di diversi gruppi anarchici e della sinistra marxista (principalmente correnti di comunisti libertari) di varie parti del mondo, relativi alla questione israelo-palestinese e alla recrudescenza del conflitto in Palestina, che si dipana ormai da decenni e che si sta registrando con maggiore intensità dopo l’attacco portato da Hamas il 7 ottobre scorso, soprattutto contro civili, nei territori occupati da Israele. Appare in maniera evidente, almeno a noi, che questo conflitto vede parti offese le popolazioni sia ebraiche che palestinesi, queste ultime oppresse non solo dallo Stato ebraico ma anche dai gruppi islamisti come Hamas, che non rappresentano assolutamente secondo noi la legittima resistenza della popolazione palestinese e la sua aspirazione alla liberazione, ma rispondono a calcoli politici per altro risiedenti fuori la Palestina (in Iran, per esempio).
Mentre scriviamo, aviazione ed esercito di Israele stanno compiendo un massacro di proporzioni inaudite, come rappresaglia all’interno della striscia di Gaza, dove manca quasi totalmente acqua, cibo, energia elettrica e dove vengono colpite e rase al suolo dai missili case, scuole, ospedali, ambulanze, interi quartieri, fino anche strutture umanitarie internazionali dell’ONU. Continua a leggere TESTI SULLA QUESTIONE ISRAELO-PALESTINESE di diversi gruppi anarchici e della sinistra marxista
LA FRANA: PENSIERI CHE ESONDANO IL CONSENTITO. Su alluvione in Romagna, mondo delle emergenze e normalità di guerra, solidarietà e altre questioni…
Ripubblichiamo qui un testo scritto a giugno di quest’anno, fattoci pervenire via internet, riguardo all’alluvione in Romagna del maggio scorso, e a proposito delle emergenze e del loro contraltare, e cioè la normalità fatta di guerra, devastazione e sfruttamento. Il testo riflette anche sulla questione della solidarietà e del mutuo appoggio, e su altre questioni.
Qui il PDF del testo: LA FRANA
Di seguito il testo scritto.
THE ANARCHIST PANTHER – Ashanti Omowali Alston
Pubblichiamo questa traduzione di un discorso dell’anarchico nero Ashanti Omowali Alston, ex membro delle Black Panther Party e del Black Liberation Army, tenuto alla Law and Disorder conference, tenutasi a Portland (Oregon) dal 14 al 16 aprile 2010. La traduzione è a cura del collettivo BORDER DISORDER, così come l’introduzione che segue.
Continua a leggere THE ANARCHIST PANTHER – Ashanti Omowali Alston
PER RIBADIRE LE NOSTRE IDEE. Ancora sulla guerra ucraina e la deriva militarista di parte del movimento
Terzo articolo sul dibattito all’interno del mondo anarchico riguardante la guerra in Ucraina e la partecipazione al conflitto.
Qui l’articolo nella versione PDF
Ai link sottostanti potete leggere i nostri due primi articoli, già pubblicati, sulla guerra in Ucraina:
FRANCIA IN FIAMME
Aggiornamenti sulla situazione francese, dove le proteste contro la riforma delle pensioni, di cui avevamo già dato notizia su questo sito, si fanno di settimana in settimana più dure, e scioperi e blocchi sono all’ordine del giorno, dopo che Macron e il governo di Elisabeth Borne hanno deciso di giocarsi il tutto per tutto, varando la riforma per mezzo dell’articolo 49.3 della costituzione che consente l’adozione di una legge anche senza procedere con la votazione in parlamento.
Traduciamo dal russo, dal sito del gruppo anarchico Kras-Mat
TUTTO IL MONDO È PAESE. La guerra di classe dei padroni in Francia, su pensioni e non solo.
SCARICA IL TESTO IN FORMATO PDF
Negli ultimi mesi, in Francia, il governo ultraliberista del presidente Emmanuel Macron e del primo ministro Elisabeth Borne, ha emanato una serie di disegni legge estremamente anti-popolari, attaccando tra l’altro le occupazioni di case con la previsione di nuove pesanti pene e progettando un disegno di legge per l’aumento dell’età pensionabile, da 62 a 64 anni, con in più l’ostacolo che per ricevere il massimo della pensione si dovrà dimostrare almeno 43 anni di lavoro retribuito, oltre ad intaccare anche l’assicurazione contro la disoccupazione.
ANARCHICI DEL KRAS [Russia]: il sentimento contro la guerra sta crescendo?
Dal sito del gruppo anarchico russo Kras-Mat [la Confederazione rivoluzionaria degli Anarcosindacalisti, sezione russa dell’AIT, l’Associazione Internazionale dei Lavoratori]
Continua a leggere ANARCHICI DEL KRAS [Russia]: il sentimento contro la guerra sta crescendo?
L’ANTIMILITARISMO ANARCHICO e i miti sulla guerra in Ucraina
Forniamo qui di seguito, ad un anno dall’inizio dell’invasione russa, un’analisi molto utile ed interessante sulla guerra in Ucraina e sulla deriva “interventista” di alcuni settori dell’anarchismo.
Versione originale in ceco sul sito https://antimilitarismus.noblogs.org
Tradotto in italiano da Guerre de Classe sul sito https://www.autistici.org/tridnivalka/
Qui il PDF dello scritto
Continua a leggere L’ANTIMILITARISMO ANARCHICO e i miti sulla guerra in Ucraina
LA STRADA O LA PRIGIONE. Occupazioni sotto attacco in Francia e in Italia.
Negli ultimi mesi, in Francia, il governo liberista del primo ministro Elisabeth Borne e del presidente Emmanuel Macron sta portando un deciso attacco contro le classi subalterne. Diverse sono le leggi con cui sta cercando di intervenire. Una di queste – la legge Kasbarian-Berge1, o legge anti-squat – prevede nuove pene per le occupazioni di case (e non solo!), ovvero nuove grane per inquilini morosi, clochard e squatters, ma anche per chi si trova ad operare in contesti di lotta come le occupazioni di fabbriche e scuole.
Continua a leggere LA STRADA O LA PRIGIONE. Occupazioni sotto attacco in Francia e in Italia.