ULTIME SVOLTE REPRESSIVE del governo italiano

♦ Da quando si è insediato due anni fa, il governo Meloni ha approvato una serie di leggi e decreti per colpire sia la dissidenza interna che alcune categorie di “indesiderabili”, in continuità con i governi che l’hanno preceduto.
Ha cominciato con i “rave party”, per continuare con gli immigrati (cavallo di battaglia, in Italia, sia delle destre che della sinistra liberale, sia di alcune aree grigie delle formazioni post-staliniste), con i giovani delle periferie povere, con i gruppi ecologisti, per finire, recentemente – per mezzo del “decreto agricoltura” – con gli animalisti. In mezzo c’è anche un ennesimo “decreto sicurezza” che, firmato dal consiglio dei ministri nel novembre scorso, attende l’approvazione da parte del parlamento. Quest’ultimo provvedimento, se venisse approvato, porterà – oltre al solito aumento delle pene, delle sanzioni e delle misure di polizia – all’istituzione di nuovi articoli del codice penale, previsti per punire le proteste sia nelle carceri che nei centri di detenzione amministrativa per senza documenti. Anche la solidarietà esternata dall’esterno alle persone recluse che, non di rado, si ribellano e cercano di fuggire, sarà colpita attraverso il nuovo reato di “incitamento alla rivolta”.
Di fronte a questo profluvio di decreti (di cui, dopo questa introduzione, pubblichiamo un riassunto per ricordarci di cosa stiamo parlando), si può provare ad immaginare quale sarà la prossima categoria “indesiderabile” che si proverà a colpire. Non andiamo lontani dagli intenti governativi se rispondiamo: gli studenti che protestano contro il genocidio in corso a Gaza ed occupano le scuole e le università.
Sono loro verosimilmente i prossimi bersagli del governo. Già negli ultimi mesi chi governa questo paese aveva fatto assaggiare a quella parte di studenti che non si limitano a stare al loro posto in classe il sapore del manganello, come abbiamo visto durante le cariche in varie città italiane. Ora di fronte alle contestazioni di ministri e personaggi politici e del mondo economico, alle occupazioni di un numero sempre più alto di università, alle tende accampate di fronte alle facoltà per chiedere la fine del rapporto degli atenei con le aziende israeliane, il Governo è forse sul punto di dare un avviso. Di sicuro c’è che da New York a Parigi, da Berlino ad Amsterdam, la polizia e le istituzioni governative stanno usando il pugno di ferro per stroncare, con arresti e violenze, le proteste del mondo studentesco che in tutto il mondo, come mai prima dalla guerra in Vietnam, si è sollevato contro il genocidio della popolazione palestinese. Quale sarà la risposta del governo italiano la vedremo forse dopo il 13 maggio, con la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza indetto dalla ministra per l’Università, Anna Maria Bernini e dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, assieme ai rettori delle facoltà italiane.

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LE ULTIME SVOLTE REPRESSIVE DEL GOVERNO ITALIANO

31 OTTOBRE 2022 – DL 162/2022 “DECRETO RAVE” (CONVERTITO IN LEGGE 30 DICEMBRE 2022, N.199)

Approvato il cosiddetto “decreto rave” che istituisce un nuovo reato, il 633-bis, che punisce con il carcere da 3 a 6 anni e multe da 1.000 a 10.000 euro “chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente scopo di intrattenimento”. Ciò a patto che dal raduno “derivi un concreto pericolo per la salute pubblica o l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello stato dei luoghi”. Per i partecipanti dovrebbe invece essere applicato il vecchio articolo 633, “invasione di terreni ed edifici”. È anche ordinata la confisca delle cose destinate a commettere il reato (amplificatori, strumenti, ecc).
Inizialmente il decreto avrebbe dovuto colpire ogni forma di raduno non autorizzato tramite occupazione di terreni o edifici, quindi non solamente quelli strettamente musicali. Nella conversione in legge questo aspetto è stato ridimensionato, a seguito delle critiche mosse alla misura.

10 MARZO 2023 – DL 20/2023 “DECRETO CUTRO” (CONVERTITO IN LEGGE 5 MAGGIO 2023, N.50)

A seguito della morte di 91 persone nel naufragio avvenuto nei pressi del litorale di Crotone, è approvato il Decreto Cutro, che prevede il potenziamento dei CPR, l’eliminazione del permesso di protezione speciale, l’introduzione di norme accelerate per negare il permesso di soggiorno a chi è ritenuto senza diritto, la diminuzione dei divieti di espulsione e rende più difficile per i minori stranieri non accompagnati il rinnovo dei permessi in Italia e anche l’ottenimento del permesso per motivi di salute o calamità. Inoltre prevede la revoca dell’accoglienza per chi danneggia le strutture di detenzione o compie atti di ribellione e violenza anche fuori dalle strutture. Pene più alte anche per il reato di immigrazione clandestina e inserisce un nuovo reato contro i cosiddetti “scafisti”.

10 APRILE 2023 – DDL “ECO-VANDALI” (CONVERTITO IN LEGGE 22 GENNAIO 2024 N.6)

Il Disegno di Legge proposto da Fratelli d’Italia, ed approvato ad aprile 2023 dal Consiglio dei Ministri, è stato convertito in legge ed è entrato in vigore l’8 febbraio 2024. Pensato come deterrente per le azioni simboliche di gruppi ecologisti come Ultima Generazione e Friday For Future, come sempre finirà per colpire ogni situazione di lotta.
Introduce, tramite modifica di due articoli del codice penale (il 635 e il 639), una fattispecie aggravata a carico di chi distrugge, deturpa o imbratta “beni culturali o paesaggistici”, durante azioni o manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico, con pena prevista da 1 a 5 anni di carcere e multa fino ai 1.000 euro.
La sospensione della pena è condizionata alla prestazione di attività non retribuita “a favore della collettività”. Oltre alle sanzioni penali, sono previste anche sanzioni amministrative salatissime per gli imbrattamenti di beni culturali da 10.000 a 40.000 euro (il codice penale già prevedeva multe da 1.500 a 10.000 euro per il reato “semplice” di imbrattamento di beni culturali), che in alcuni casi (come la distruzione o il deterioramento del bene in tutto o in parte) possono arrivare fino a 60.000 euro. Ma non solo, dato che un apposito comma prevede specifiche sanzioni (reclusione da 1 a 6 mesi, o multa da 300 a 1.000 euro) per coloro che deturpano anche solo teche o custodie e altre strutture adibite alle esposizioni, conservazione di beni culturali esposti in musei, pinacoteche, gallerie ed altri luoghi espositivi dello Stato, delle Regioni e degli altri enti pubblici.
Le sanzioni amministrative saranno immediatamente erogate dal Prefetto del luogo, sulla base di denunce da parte di pubblico ufficiale. Entro trenta gg dalla notifica del verbale di denuncia, è ammesso il pagamento della sanzione in misura ridotta, anche se questa possibilità non è ammessa per chi, nei cinque anni precedenti, si sia già avvalso della stessa facoltà. I proventi saranno destinati al Ministero della Cultura, ufficialmente per il ripristino dei beni danneggiati.

15 SETTEMBRE 2023 DL 123/2023 “DECRETO CAIVANO” (CONVERTITO IN LEGGE 13 NOVEMBRE 2023, N.159)

A seguito di due episodi di stupro di gruppo, avvenuti a Caivano e Palermo, il governo prende a pretesto le vicende per emanare un decreto legge rivolto principalmente ai minorenni che hanno compiuto 14 anni e ai contesti familiari di riferimento. Il decreto criminalizza i giovani a causa della propria situazione famigliare, causata da povertà e razzismo, come per esempio i minori stranieri non accompagnati o i giovani del sud e delle periferie povere delle grandi città.
Le principali misure consistono nell’estensione delle misure di prevenzione di polizia anche ai minori over 14, come il “Daspo Urbano” da alcuni luoghi individuati dal questore (misura introdotta per la prima volta nel 2017 dal decreto Minniti). Del “Daspo Urbano” vengono estese sia la durata di divieto (non inferiore ad un anno e superiore a tre) che i casi di applicabilità da parte del questore, comprendendo ora per esempio anche la violenza/minaccia e la resistenza a pubblico ufficiale, sia i luoghi in cui è previsto il divieto di accesso (tra cui anche scuole e biblioteche). Estese agli over 14 anche altre misure di polizia come l’obbligo di firma, di dimora, il rientro notturno e il foglio di via (di cui, tra l’altro, viene riscritta la normativa: ora il foglio di via obbligatorio può durare dai sei mesi ai 4 anni e la violazione del divieto comporta la pena, aumentata, della reclusione da sei a 18 mesi e della multa fino a 10.000 euro).
L’avviso orale può invece essere ora accompagnato dal divieto di utilizzo del cellulare o altri dispositivi o piattaforme informatiche. Vengono aumentate le pene in caso di violazione delle misure amministrative (reclusione da uno a tre anni e multa da 10.000 a 24.000 euro) e, più in generale, innalzate le pene per reati legati alla detenzione e spaccio di sostanze (anche di lieve entità) o detenzione di armi, per consentire la possibilità delle misure cautelari.
Il decreto prevede una serie di disposizioni che vanno verso un aumento generalizzato delle pene (per esempio il “porto di armi o oggetti atti ad offendere” viene punito con l’arresto da uno a tre anni; prima era da sei mesi a due anni), nonché della processabilità e della carcerazione dei minorenni, ad esempio abbassando sensibilmente alcuni limiti edittali per cui è applicabile l’arresto di polizia e la custodia cautelare in carcere.
Viene inoltre riformata la sospensione del processo con “messa alla prova”, ora subordinata all’accettazione e all’esito positivo di un “percorso di rieducazione del minore”, che prevede lo svolgimento di lavori socialmente utili e la collaborazione gratuita con enti no profit e cooperative sociali. Questa possibilità viene esclusa per reati considerati gravi.
Vengono introdotte nuove norme negli istituti penali minorili, con la possibilità del trasferimento punitivo nelle carceri per adulti nei confronti dei maggiori di 18 anni accusati di aver commesso violenze e disordini all’interno degli istituti. Vengono criminalizzati anche i genitori che non fanno ottemperare all’obbligo scolastico i figli, per cui oltre alla sanzione penale (reclusione fino a due anni) è previsto anche l’esclusione dall’assegno di inclusione familiare.
Infine viene introdotto un nuovo reato attraverso l’art. 421-bis, “Pubblica intimidazione con l’uso delle armi”, che punisce da tre ad otto anni “chi, al fine di incutere pubblico timore o di suscitare tumulto o pubblico disordine o di attentare alla sicurezza pubblica, fa esplodere colpi di arma da fuoco o fa scoppiare bombe o altri ordigni o materie esplodenti”, reato che fin’ora era sanzionato dall’art.6 della legge del 2 ottobre 1967, n.895. Questo reato ha visto l’innalzamento della pena minima (che nell’articolo precedente era di un anno) per consentire l’applicazione delle misure di prevenzione personali da parte dell’autorità giudiziaria.

16 NOVEMBRE 2023 – NUOVO PACCHETTO SICUREZZA

Il governo Meloni ha annunciato un corposo pacchetto di misure a tutela delle forze di polizia, oltre a prevedere l’inasprimento delle pene per alcune fattispecie di reato, inventandone anche di nuove. Il pacchetto, nella forma per ora di tre nuovi DDL (Disegni Di legge), è stato approvato il 16 novembre 2023 dal Consiglio dei Ministri ed attende l’approvazione definitiva da parte del Parlamento.

Le proposte del nuovo pacchetto sicurezza prevedono:

– aumento delle pene per chi commette violenza, minaccia, lesioni o resistenza a pubblico ufficiale;

– aumento delle sanzioni nel caso di inosservanza delle prescrizioni della polizia stradale (rifiuto di esibire i documenti, obbligo di fermarsi, rifiuto di far ispezionare il veicolo, ecc);

– possibilità per gli appartenenti alle forze dell’ordine di portare armi non di ordinanza mentre sono fuori servizio e senza bisogno di licenza;

– qualifica di agente di pubblica sicurezza, con funzione di polizia di prevenzione, anche al personale delle Forze armate che concorre alla tutela delle strutture e del personale dei servizi segreti;

– norme per rafforzare i servizi segreti e le attività di contrasto al “terrorismo internazionale”;

– aumento della pena per chi imbratta beni mobili o immobili in uso alle forze di polizia o ad altri soggetti pubblici, se il fatto è commesso con la finalità di ledere il prestigio o il decoro dell’istituzione;

– possibilità di disporre il “Daspo Urbano” anche per vietare l’accesso alle aree di infrastrutture e pertinenze del trasporto pubblico ai soggetti denunciati o condannati per reati contro la persona o il patrimonio;

– stretta sui blocchi stradali, illecito che prevede la sanzione amministrativa per chiunque impedisca la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa col proprio corpo; questa fattispecie diventa ora reato nel momento in cui risulta particolarmente offensiva ed allarmante, sia per la presenza di più persone sia per il fatto che sia stata promossa ed organizzata preventivamente; Si estende inoltre alle ferrovie la fattispecie di illecito amministrativo che punisce i blocchi su strada ordinaria e la trasformazione in reato quando il fatto è commesso da più persone;

– procedure più veloci per gli sgomberi per chi occupa abusivamente immobili; è introdotto anche un nuovo reato, “occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui”, perseguibile a querela della persona offesa, che punisce con la reclusione da 2 a 7 anni chi, con la violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui, o comunque ne impedisca il rientro da parte del proprietario o di colui che lo deteneva;

– revoca più semplice della cittadinanza italiana a chi commette reati (fino ad ora era possibile farlo entro tre anni dal conseguimento della cittadinanza, ora il periodo è esteso a 10 anni);

– detenzione anche per le donne incinte, infatti una apposita norma prevede che, nel caso una donna venisse condannata mentre si trova in stato di gravidanza, o con un figlio minore di tre anni, non sarà più obbligatorio il rinvio dell’esecuzione della pena, specie se si tratta di persona recidiva;

– nuovo reato per chi organizza rivolte in carcere (la pena dovrebbe essere dai 2 agli 8 anni per gli organizzatori e da 1 a 5 per chi partecipa; nel caso vengano usate armi od oggetti atti ad offendere saranno previste apposite aggravanti);

– nuovo reato, con la pena da 1 a 6 anni, per lo straniero che durante il trattenimento presso i centri per il rimpatrio o la permanenza nelle strutture per richiedenti asilo, o altre strutture di contrasto all’immigrazione, “mediante atti di violenza o minaccia o mediante atti di resistenza anche passiva all’esecuzione degli ordini impartiti dalle autorità, posti in essere da tre o più persone riunite, promuove, organizza, dirige una rivolta; per il solo fatto di partecipare alla rivolta, la pena è della reclusione da uno a quattro anni”; Si prevede un aggravamento se il fatto è commesso con l’uso delle armi o se nelle rivolta taluno rimane ucciso o riporta lesioni personali gravi o gravissime;

– un ulteriore fattispecie di reato, con aggravamento della pena ora prevista per il delitto di istigazione a disobbedire alle leggi, punirà chi “istiga alla rivolta” all’interno di un istituto penitenziario, con scritti o comunicazioni dirette a persone recluse, reato pensato ovviamente per colpire le solidali e i solidali;

– infine si vogliono inserire, nell’ordinamento penitenziario, tra i reati “ostativi” che limitano la richiesta di benefici, le fattispecie di “istigazione a disobbedire alle leggi” e di “rivolta in istituto penitenziario”

6 MAGGIO 2024 – DECRETO AGRICOLTURA

Voluto fortemente dal Ministro dell’Agricolrura, Francesco Lollobrigida, per fare un favore alle associazioni di caccia, questo ennesimo Decreto Legge è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 maggio 2024. Adesso si attende l’approvazione dei rami del Parlamento e la successiva conversione in legge. Oltre a limitare il controllo delle attività venatorie da parte dei carabinieri forestali, ponendoli sotto il controllo diretto del ministero dell’Agricoltura, il nuovo decreto istituisce una norma ad hoc per colpire gli animalisti. Per contrastare la diffusione della peste suina dei cinghiali il decreto punta infatti ancora, con uno stanziamento di 5 milioni di euro per il 2024 e 15 milioni per il 2025, sulla strategia fallimentare ed assassina degli abbattimenti indiscriminati da compiersi da parte dei cacciatori, a cui va ad aggiungersi con questo decreto anche il personale delle Forze armate. Proprio all’esercito vengono attribuite dal decreto anche funzioni di polizia, consentendo il fermo degli animalisti che si oppongono alle procedure di abbattimento, per la successiva identificazione e trattenimento (massimo 24 ore) in caserma o posto di polizia.
Come precedentemente per i rave party, gli immigrati, i giovani delle periferie e gli ecologisti, ora a essere presi di mira dai decreti governativi sono gli animalisti.

VIENE DA CHIEDERSI: CHI SARÀ IL PROSSIMO?

Magari gli studenti che occupano le scuole e si accampano fuori dai campus universitari, come sta avvenendo in tutta Italia e in altre parti del mondo in solidarietà con la popolazione della Striscia di Gaza che sta subendo il massacro indiscriminato da parte dell’esercito israeliano?
Forse è di questo che si parlerà il 13 maggio alla riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza assieme ai rettori delle facoltà italiane, che il Governo Meloni ha indetto su esplicita richiesta della ministra per l’Università, Anna Maria Bernini e del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, espressamente per mettere un freno alle proteste del mondo studentesco?
Forse dobbiamo aspettarci che piovano arresti e botte agli studenti come a New York, Parigi, Amsterdam e Berlino, e in continuità con quanto visto in questi mesi anche in Italia con le cariche davanti alle università (come alla Sapienza di Roma nell’aprile 2023 e in altre città italiane nel febbraio scorso), magari assieme ad un nuovo decreto repressivo per tutelare la tranquillità dei governanti e l’alleanza strategica del governo italiano col governo assassino di Netanyahu?