Riprendiamo questo scritto di compagn* organizzatori della Fiera del Libro Anarchico di Berlino, che ribadisce nuovamente quella che è la corretta posizione anarchica, che si basa su delle chiare posizioni antimilitariste e al contempo si oppone verso le già notate derive guerrafondaie di ben confusi settori che pur ancora si dichiarano anarchici e/o libertari.
Fonte in tedesco: https://anarchistischebuechermesse.noblogs.org/?p=231
Dato che purtroppo ci troviamo ripetutamente alle prese con gruppi che da presunte posizioni “anarchiche” sostengono la parte ucraina nella guerra tra Russia e Ucraina, e dato che ad aprile è apparso un articolo (When ideology gets in the way of solidarity) in cui ABC-Belarus si stupiva del fatto che li avessimo etichettati come sostenitori della guerra e che quindi non li avessimo invitati alla fiera del libro [ndt. Fiera dell’editoria anarchica di Berlino], ecco alcune parole da parte nostra.
Più di una volta abbiamo avuto il dubbio piacere di essere coinvolti in discussioni con persone che si definiscono “anarchiche” e sostenitrici della parte ucraina nella guerra russo-ucraina, definite da alcuni anche anarco-militaristi, anarco-nazionalisti, anarchici della NATO e simili – in particolare ABC-Belarus, ABC-Dresden, Operation Solidarity/ Solidarity Collective e tutti i gruppi che sostengono la guerra – sebbene vada precisato che personalmente noi non li consideriamo anarchici. Tra l’altro si è visto come, contrariamente a quanto affermano, sostenendo di cercare il dibattito, quello che fanno è l’opposto. Ignorano abilmente qualsiasi contro-argomentazione, muovendosi su un piano che talvolta può essere tranquillamente definito come populista e statalista. Quello che cercano è l’approvazione e chiunque non gliela dà viene accusato di putinismo, westplaning, ecc. E anche se le loro argomentazioni sono cambiate nel corso del tempo e sicuramente anche in seguito all’andamento della guerra in Ucraina, continuano a ripetersi. Di seguito affronteremo queste argomentazioni, così come ci sono state espresse e in alcuni casi anche pubblicate, e chiariremo ancora una volta perché questi gruppi sostengono la guerra e non sono da noi considerati compagni e compagne anarchici, nonostante tutto il lavoro lodevole e importante che svolgono e hanno svolto nell’ambito del sostegno ai prigionieri.
È impressionante come questi nazionalisti sotto mentite spoglie anarchiche facciano costantemente ricorso ad argomentazioni emotive. Vengono descritte a lungo le sofferenze della popolazione ucraina e i tragici destini individuali dei soldati caduti (forse anche soldati donne, finora abbiamo sentito o letto solo notizie di soldati maschi), che si dice siano stati anarchici in qualche momento della loro vita, sebbene sia difficile verificarlo e sostanzialmente non ha alcuna importanza. Il punto piuttosto è che viene rappresentata la realtà raccapricciante della guerra, che è propria di qualsiasi guerra. Sarebbe certamente possibile trovare storie tragiche di vittime russe che hanno prestato servizio militare per povertà o di russi presenti in Ucraina (che, secondo alcune di queste persone, non esistono nemmeno, anche se il governo ucraino nel 2001¹ contava ancora il 17,2% di russi sulla popolazione totale – quindi o si tratta semplicemente di ignoranza allarmante o di non conoscenza dei fatti, o forse etichettano anche queste fonti come propaganda e disinformazione russa? ) che sono stati massacrati, torturati e uccisi in quanto presunte spie e collaboratori. Le loro vite hanno meno valore? O stiamo iniziando a contare i morti nelle guerre e quale parte ha più vittime, i buoni, la parte che vale la pena sostenere? E volete davvero farci credere che l’esercito ucraino sia l’unico al mondo composto solo da uomini e donne puliti? Beh, almeno per quanto riguarda la brigata Azov non sembrano negare il loro orientamento fascista, tuttavia lo relativizzano e i loro campi di addestramento erano gli unici facilmente accessibili, ragione per cui di fatto sono camerati perfettamente a posto con cui combattere fianco a fianco. Dopo tutto, hanno gli stessi obiettivi nazionalisti e, come tutti i nazionalismi, hanno ovviamente bisogno di svalutare l’altra nazione, in questo caso la Russia, aggressore “fascista”, e quindi tutti i russi in egual misura. Alla faccia della solidarietà richiesta a gran voce da queste persone, solidarietà che di fatto si ferma ai confini nazionali. E anche il silenzio o la negazione riguardo i fascisti del governo ucraino parla da sé…
Inoltre, viene sottolineata la crudeltà dei soldati russi, tutti spietati assassini, sadici e fascisti il cui unico obiettivo è uccidere tutti gli ucraini. In Russia non ci sarebbe quindi alcun reclutamento forzato in quanto non necessario, dal momento che i soldati russi andrebbero tutti in guerra volontariamente perché pagati per farlo. Visto che questi autoproclamati “anarchici” non sembrano essersene ancora resi conto e a scanso di equivoci: la maggior parte delle persone esercita la disgustosa professione di soldato perché questa paga. Non c’è bisogno di essere un professore di linguistica per capire che soldato deriva da soldo (che a sua volta deriva da solidus, una moneta bizantina) e soldo, come tutti sappiamo, è semplicemente un’altra parola per indicare il pagamento o la remunerazione di un particolare servizio. Già solo l’appellativo implica dunque un lavoro per il quale si riceve del denaro. E il fatto che in tutti gli eserciti siano soprattutto i più poveri a costituire la maggioranza dei soldati semplici, i primi a morire, non vedendo altre possibilità di guadagnare legalmente, dovrebbe far capire che in questo caso si può parlare di volontariato solo in misura limitata. Il fatto che l’esercito russo sia composto anche da migranti che sperano di migliorare il loro status di residenza o di naturalizzazione e da prigionieri, come avviene anche nell’esercito ucraino, gioca un ruolo non trascurabile in questa questione.
E in tutto questo non sembrano affatto interessati ad alleviare le sofferenze delle persone nelle zone di guerra, come amano sostenere in pubblico. Se così fosse, dovrebbero invocare coerentemente battaglioni di soccorso anarchico per tutte le zone di guerra del mondo, perché dovremmo essere solidali con tutti i popoli oppressi, non ultimi quelli che soffrono direttamente per le barbare guerre del capitale. Ma no, per loro conta solo la sofferenza della controparte ucraina. Diventa particolarmente assurdo quando ammettono che probabilmente l’Ucraina non uscirà vincente da questa guerra e che lì la resistenza al reclutamento cresce sempre di più (perché anche se si millanta che gli ucraini vadano tutti in guerra volontariamente per la libertà, in realtà c’è ancora un reclutamento forzato e una conseguente resistenza ad esso), ma tutti gli “anarchici” in Ucraina sono fermamente convinti di dover continuare a combattere ora, perché se la Russia vincerà questa guerra, la morte del movimento anarchico nella regione sarà inevitabile. Rifiutiamo questa logica secondo cui in vista di una sconfitta ci si sente autorizzati a sostenere una sorta di azione suicida, la cui conseguenza sarà la morte di persone e la perdita di figli, genitori e amici. La scomparsa regionale dei movimenti anarchici è avvenuta molte volte in passato e non è né un fenomeno nuovo né un crollo assoluto; in tali casi, questi movimenti vanno ricostruiti, proprio come già successo più volte nella storia. L’umanità a cui si appellano e che pretendono dagli anarchici di tutto il mondo, soprattutto sotto forma di donazioni in denaro, viene mostrata solo in modo molto selettivo; i soldati russi, trasformati in assassini dal capitalismo, non sembrano per loro meritevoli di umanità, la loro morte è irrilevante. I russi hanno sempre odiato gli ucraini per secoli… a volte anche noi siamo talmente allibiti da un pensiero così indifferenziato da non sapere più cosa scrivere.
Il 1° maggio 2023 a Dresda si è potuto ascoltare, tra l’altro, quanto segue: “Dovremmo esortare ad armare la popolazione ucraina fino ai denti, in modo che migliaia di proiettili vengano sparati da ogni finestra o porta contro gli occupanti e i loro collaboratori. Se molti in Occidente non sono disposti a combattere per la libertà, allora così sia, ma almeno sostenere le persone che sono pronte a farlo è un dovere che grava sulle spalle di tutti nel cosiddetto primo mondo”². E dopo questo grido di guerra marziale, che abbiamo sentito troppo spesso in questa e in altre forme simili da parte dei guerrafondai in tutti i tempi e in tutti i luoghi del mondo, sono davvero ancora sorpresi che scriviamo che sostengono la guerra? E che uso insensato e puramente agitatorio del termine libertà. Per quale libertà stanno combattendo? La libertà capitalista? Libertà di morire per l’oppressore apparentemente più gentile, più umano o anche più “anarchico”, per portare all’estremo lo svuotamento dei concetti? Nel frattempo vogliono uccidere i “collaborazionisti” e gli “occupanti”, supponendo che queste migliaia di pallottole li colpiscano davvero. Chi è considerato un collaborazionista? Chi diserta e si sottrae al reclutamento? Tutte le persone che non sostengono l’Ucraina? Ancora una volta, la componente nazionalista trapela dalla parola occupante. Ma poiché le azioni non sono importanti, bensì solo le denominazioni, possono affermare di non essere nazionalisti poiché essi stessi non si definiscono tali. E il tutto è accompagnato da striscioni e slogan che puzzano di gloria e onore per i caduti e di culto del martirio.
Continuiamo dunque a non capire come si possa pensare che sostenere una delle due parti in una guerra tra due Stati capitalisti o difendere la propria patria, qualunque essa sia, abbia a che fare con l’anarchismo. Il proletariato non ha una patria, sicuramente nessuna da difendere contro un altro Stato nazionale. Nell’articolo sopra citato non troviamo nemmeno una risposta alla domanda da loro stessi formulata: “ABC-Belarus sostiene la guerra in Ucraina?”; si accenna solo all’ignoranza con cui vengono accolti e alla situazione specifica, alla storia e alle condizioni regionali che non sarebbero sufficientemente considerate nelle analisi. Ma su quali siano queste particolarità che li portano a pensare che sia una sorta di “dovere anarchico” sostenere l’Ucraina in questa guerra, essi tacciono. E come è potuto accadere che da un giorno all’altro tutti questi “anarchici” si siano trasformati in fieri patrioti? Non lo sappiamo e non avremo una risposta, e comunque non ha alcuna importanza come o perché sia successo. Ciò che è davvero grave e allarmante è che sia accaduto e che accada tutt’ora. Ma perché non ci si può fidare di tutti gli altri gruppi anarchici e rivoluzionari dell’Ucraina e dell’Europa dell’Est che hanno un punto di vista e un atteggiamento diverso da quello di questi sostenitori della guerra a colpi di sciabola? In effetti, è difficile verificare, ma almeno in alcuni casi ci sembra che si tratti più di diffamazioni e denunce (dovrebbero essere fucilati anche loro?) che di consigli e indicazioni serie. T//anto più che alcune delle cose pubblicate da questi gruppi sono state ora adottate o confermate anche dai militaristi “anarchici”… Non intendiamo entrare nel merito della questione per cui ora si sostiene che l’esercito abbia un potenziale rivoluzionario, come è stato dimostrato storicamente in occasione della formazione dei Consigli dei Soldati. Che un pugno di anarchici possa risvegliare questo potenziale, ammesso che esista, ci sembra illusorio e questa illusione diventa pericolosa se consideriamo il prezzo che viene pagato per essa. Ricordiamo brevemente quali erano gli obiettivi di questi storici Consigli dei Soldati, ovvero porre fine alla guerra e alla pace capitalista in senso rivoluzionario e non fare la guerra in modo auto-organizzato a fianco di uno Stato nazionale e farsi ammazzare nel mentre.
Per noi in quanto anarchici e anarchiche, tutte le guerre sono guerre capitaliste e guerre del capitale. L’unica cosa che le guerre producono sono sconfitti, morte, miseria e un mucchio di profitti nelle tasche dei capitalisti. È necessario combattere sia la guerra capitalista sia la pace capitalista, in quanto entrambe rappresentano solo le due facce della stessa medaglia. Dopo tutto, per cosa vogliono combattere questi guerrieri “anarchici” in Ucraina? Difendere lo status quo capitalista perché è molto meglio essere sfruttati e oppressi dagli ucraini che da persone che si considerano russe? Noi diciamo chiaramente di no, non è per questo che lottiamo e se altri vogliono farlo perché pensano che sia giusto, che lo facciano pure, ma noi non li sosterremo né offriremo loro una piattaforma, perché stanno agendo contro i più elementari principi anarchici. Perché il conflitto non è tra destra e sinistra, ma tra “per lo Stato” e “contro lo Stato”, e come anarchici abbiamo ben chiaro da che parte stare. Questo non ci rende dottrinali o settari, come spesso ci accusano di essere, ma piuttosto sostenitori di un anarchismo chiaro e coerente che non deve essere annacquato, in maniera arbitraria, dallo svuotamento dei concetti, altrimenti, fatalmente, l’anarchismo finirà per perdere tutto il suo significato e quindi non solo scomparirà definitivamente nell’insignificanza, ma assumerà anche le forme perverse e gli eccessi che possiamo osservare in gruppi come ABC- Belarus, ABC-Dresden, ecc.
Viva il tradimento della patria!
Per l’anarchia
Traduzione in italiano: https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/07/23/quando-lo-svuotamento-dei-concetti-prende-piede-germania-luglio-2024/
¹ https://web.archive.org/web/20111217151026/http://2001.ukrcensus.gov.ua/eng/results/general/nationality/;
Il World Fact Book della CIAfornisce del resto gli stessi numeri.
² https://abcdd.org/2023/05/02/1-mai-in-dresden-internationale-solidaritat/