Brevi considerazioni a proposito di alcune critiche all’articolo “Guerra in Ucraina, il dibattito in campo anarchico”

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Immaginavamo che il nostro articolo Guerra in Ucraina, il dibattito in campo anarchico potesse generare alcune critiche, proprio perché ormai si tende ad abituarsi a quell’approccio che nel corso di un dibattito tende a dividere il campo in schieramenti contrapposti, ogni qual volta compare una questione che sembra od è divisiva.
Schierarsi da una parte o dall’altra, oggi nella discussione sulla guerra così come già accaduto in materia di pandemia e virus, diventa così non solo una opzione ma una pretesa che si esige per iniziare un qualsiasi dibattito.

Si vorrebbe oltretutto lo facessero tutti, perché chi non si schiera in maniera netta, senza riserve, nel dibattito in corso, ma si colloca in una posizione percepita come intermedia che solleva problemi, dubbi, critiche ed analisi, finisce sempre per generare dell’irrequietezza, dell’incertezza, addirittura dell’antipatia. Quando non si è più sicurx delle proprie certezze, invece di riflettere può sembrare più semplice sotterrare i problemi e criticare chi li ha sollevati, senza portare nemmeno sufficienti armi per sostenere le proprie ragioni. Non vi è bisogno di farlo poiché basta affermare: se non sei con quelli allora sei con gli altri, e viceversa.
Comunque, aldilà di chi ragiona in questo modo, a volte arrivano invece anche critiche che, a prescindere dal loro valore, offrono motivo di approfondire il tema.
Ne diamo conto.

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LE IDEE NON SI SGOMBERANO Ricordiamo il MaceriA Occupato a 10 anni dallo sgombero

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PDF Le idee non si sgomberano ricordiamo il MaceriA Occupato

Il 23 novembre del 2012 fu occupato a Forlì, in via Maceri n.22, in pieno centro storico, il “MaceriA Occupato”, un enorme stabile pubblico di tre piani con ampi stanzoni e appartamenti, di proprietà del Comune, lasciato per anni in stato di abbandono dall’amministrazione.

Durerà fino al giorno 8 gennaio 2013, quando le forze dello Stato, intervenute massicciamente anche da Padova e da Bologna, militarizzando l’intero quartiere popolare dove sorgeva, ripresero possesso dello stabile, murandolo e rendendolo di nuovo inutilizzabile. 

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GUERRA IN UCRAINA, il dibattito in campo anarchico

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Guerra in Ucraina, il dibattito in campo anarchico

Quando Vladimir Putin ha sferrato l’attacco russo all’Ucraina, il 24 febbraio 2022, probabilmente pensava di vincere nel giro di poche settimane, con l’obiettivo nemmeno troppo segreto di attuare un cambio di regime, insediando al posto di Zelensky un governo fantoccio con cui riallacciare i rapporti politici e commerciali tra i due paesi, troncati a partire dal 2014 con la fine del governo di Viktor Janukovyc.

La guerra in Ucraina è invece ad oggi, a fine dicembre 2022, purtroppo ben lontana dal terminare, con innumerevoli morti tra la popolazione civile e la distruzione di interi quartieri residenziali come tragico risultato.

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MANIFESTO INTERNAZIONALISTA contro la guerra e la pace capitalista in Ucraina…

Pubblichiamo questo testo, che al di là di qualche punto che non naturalmente non ci piace (per esempio quando si parla di «partito del proletariato»), esprime una posizione chiara sul tema della guerra in Ucraina, che senza dubbio condividiamo. 

Titolo originale: Internationalist manifesto against capitalist war and peace in Ukraine. Pubblicato in italiano su https://www.autistici.org/tridnivalka/

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“Le loro guerre! I nostri morti!” È sotto questa bandiera che i proletari radicali hanno preso le distanze dalle marce pacifiste organizzate nelle strade della Spagna nel marzo 2004, dopo gli attentati di Madrid che hanno causato più di 200 morti. È questo motto disfattista che hanno presentato in risposta all’impegno militare della Spagna in Iraq e alla “guerra al terrore” imposta dallo Stato capitalista mondiale e dalla sua filiale spagnola, facendo così eco alle numerose manifestazioni storiche di disfattismo rivoluzionario che segnano lo sviluppo delle società di classe e quindi della lotta di classe, della guerra di classe.

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Contro il Green Pass. La posta in gioco: disciplina e sorveglianza

TRATTO DA: Pagina Uno – 26 ottobre 2021

“Il corpo è anche direttamente immerso in un campo politico: i rapporti di potere operano su di lui una presa immediata, l’investono e lo marchiano, lo addestrano, lo suppliziano, lo costringono a certi lavori, l’obbligano a delle cerimonie, esigono da lui dei segni. Questo investimento politico del corpo è legato, secondo relazioni complesse e reciproche, alla sua utilizzazione economica. È in gran parte come forza di produzione che il corpo viene investito da rapporti di potere e di dominio, ma, in cambio, il suo costituirsi come forza di lavoro è possibile solo se esso viene preso in un sistema di assoggettamento: il corpo diviene forza utile solo quando è contemporaneamente corpo produttivo e corpo assoggettato.”
Michel Foucault, Sorvegliare e punire
“Chi non astrae da ciò che è dato, chi non collega i fatti ai fattori che li hanno prodotti, chi non disfà i fatti nella sua mente, in realtà non pensa.”
Herbert Marcuse, L’uomo a una dimensione

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Il ritorno di John Brown: i traditori della razza bianca nella sollevazione del 2020

Il seguente testo si occupa del rapporto tra proletari neri e proletari bianchi nella sollevazione e nelle ribellioni di strada nate dall’assassinio di stato di George Floyd.
Il testo è comparso ad inizio settembre 2020 sul blog Ill Will il 4 settembre, tradotto in italiano dal sito pungolorosso.wordpress.com e dal blog Noi non abbiamo patria.

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