A due giorni dallo sciopero generale di 24 ore di tutto il sindacalismo di base dell’11 ottobre (cosa che non avveniva da anni) succede che a Roma sabato 9 ottobre un branco di fascisti strumentalizzando il giusto malcontento di lavoratrici, lavoratori e persone comuni (le più varie) nei confronti dell’introduzione di uno strumento che non è né di cura, né di prevenzione ma che estende il controllo digitale sui luoghi di lavoro e nelle università (e domani sulla società intera) ad uso dei datori e dei padroni (stiamo parlando del green pass), vadano ad assaltare una sede di un sindacato (stiamo parlando della sede romana della Cgil).
Ora, che questo sia un sindacato lontano anni luce ormai dai reali problemi di chi lavora, e che abbia alla fine accettato quella porcata del lasciapassare verde accordandosi con Mario Draghi, non è questa la ragione dell’assalto.
Ai fasci questo quasi sicuramente non interessa.
L’assalto c’è stato perché i fasci, con i suoi dirigenti Fiore e Castellino ben presenti, sostanzialmente accompagnati dalla polizia davanti alla sede della Cgil, probabilmente hanno avuto direttive ben precise di assaltare quell’obbiettivo e non un altro. Ricordiamoci sempre che Roberto Fiore è un ex appartenente a Terza Posizione e che, scappato a Londra con la cassa di quel movimento negli anni 80 perché sospettato di complicità per la strage di Bologna, grazie anche ai suoi contatti con i servizi segreti ha poi potuto costruire un impero commerciale in Inghilterra con le solite coperture dei servizi per poi tornare in Italia e fondare FN. Un partito questo che come sappiamo ha sempre agito con grosse coperture e appoggi da parte degli apparati, non solo polizieschi, dello Stato. Non sarebbe quindi strano se i fascisti a Roma avessero agito per conto e su impulso del Ministero dell’Interno.
Senza voler essere complottisti, chiediamoci a chi giova quello che è successo ieri? Non certo all’insieme delle variegate mobilitazioni No Pass, che da oggi saranno immancabilmente bollate come manifestazioni fasciste, proprio come da mesi le stanno dipingendo i media e il governo per squalificarle tutte senza distinzione. Non certo il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici che da quanto accaduto ne esce semmai ancora più diviso, con i favorevoli al pass che da oggi con più foga danno dei fascisti a coloro che fino all’altro giorno chiamavano compagni, solo perché sul pass hanno un’altra opinione e la manifestano anche partecipando alle varie proteste od organizzandone di proprie.
Crediamo che della situazione creata, ancor più a seguito di quanto successo ieri a Roma, beneficeranno solo i padroni e il governo che riusciranno a dividere ancora di più il fronte delle lavoratrici e dei lavoratori, e in questo modo testando il rapporto di forza ormai sbilanciato dalla parte del potere potranno introdurre tante altre porcate senza paura di opposizioni reali troppo fastidiose nel paese.
Ecco perché ciò avviene a due giorni dallo sciopero generale, che potrebbe essere un banco di prova per testare i rapporti di forza e l’opposizione reale a questo governo, e a latere anche un banco di prova per soppesare l’opposizione del mondo del lavoro all’introduzione del lasciapassare sanitario.
Crediamo che questo stato di cose si sia creato anche per l’ingenuità di quei compagni e di quelle compagne che hanno creduto di poter manifestare in cortei in cui erano presenti anche i fascisti. La cosa è chiara: laddove si ha la forza per farlo, i fasci vanno allontanati e cacciati da ogni manifestazione, come del resto si è sempre fatto per ogni altra situazione. Laddove non si ha la forza, invece, vanno costruite mobilitazioni autonome, con contenuti molto chiari, mai ambigui, contenuti antifascisti anche, che non prevedano la loro indigesta presenza e che anzi la prevengano.
Perché i fasci sono da sempre i servi idioti dello Stato e del capitale, e il loro ruolo è sempre ed oggettivamente quello della provocazione (oltre al semplice fatto che i fasci che parlano di libertà e “contro la dittatura” non si possono sentire e non dovrebbero essere credibili a priori per nessunx).
Va anche detto però, ad onor del vero, che quelle compagne e quei compagni che in questo periodo non hanno speso una sola parola contro l’introduzione del pass e sulla gestione dell’emergenza da parte del governo per paura di essere associati mediaticamente ai fascisti o a chi farnetica su fantasie di complotto indimostrabili (persone che purtoppo esistono, ahinoi!) sono fuori dalla realtà di questi nostri tempi.
Questo strumento – il green pass – sarà un’arma in più nelle mani dei padroni, non serve certo a tutelare la salute. È uno strumento di controllo, che potrebbe anche trovare applicazioni impensabili in un prossimo futuro. Questi strumenti, una volta introdotti difficilmente se ne andranno. Governi e padroni se ne serviranno anche per altro, statene certi. Sono strumenti che discriminano, che dividono le persone e chi lavora in cittadini di serie A e di serie B. Soprattutto sono strumenti che scaricano le responsabilità della pandemia e della gestione criminale dell’emergenza sugli individui; ed invece le responsabilità di governi, confindustria e padroni dovrebbe essere chiara a chi professa una radicale avversità allo Stato e al Capitale; ciò che si dovrebbe semmai mettere sotto accusa è il modello economico di produzione capitalista, il profitto ad ogni costo, che distrugge il pianeta generando nuove nocività e pestilenze, non ultime le pandemie.
Invece oggi si finisce per dar la colpa di tutto ai no pass. Proprio come vogliono i media, come vogliono il governo e i padroni, veri responsabili – questi si! – della crisi attuale (vi dicono niente, ad esempio, i rincari delle bollette e lo sblocco di sfratti e licenziamenti?).
Meditate cumpa’, meditate!
Se ci vogliono divisi è perché uniti gli facciamo paura.