… ALLA LARGA!

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Si è fatto un gran parlare, nelle ultime settimane, da parte dei partiti della destra italiana, riguardo al fantomatico asse PD-anarchici-mafiosi, dopo la visita a gennaio di alcuni importanti esponenti del Partito Democratico al carcere di Bancali a Sassari, dove era detenuto in regime di 41 bis il compagno anarchico Alfredo Cospito prima che venisse spostato al carcere di Opera a Milano, e successivamente al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale milanese San paolo per l’aggravamento del suo stato di salute.

Un’assurdità quella di un qualsiasi rapporto tra partito democratico e anarchici, che non vale nemmeno la pena confutare, tanto è stupida, impossibile e strumentale. Come è indegno anche solo pensare che degli anarchici possano avere qualcosa da spartire con la mafia, che è un sistema di potere uguale e contrario a quello dello Stato, contro cui il movimento anarchico non può che venire in urto nella ricerca di una liberazione individuale e collettiva.

È ovvio che la trovata della destra, che vede anche la divulgazione alla Camera dei Deputati, con un intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia e vicepresidente del COPASIR, Giovanni Donzelli, di alcune intercettazioni riservate riguardanti stralci di discussioni di Alfredo con esponenti mafiosi durante l’ora d’aria, e per cui risulta indagato per rivelazione del segreto d’ufficio Andrea Delmastro, sottosegretario al ministero della giustizia del governo Meloni e coinquilino dello stesso Donzelli, è interna ad una logica di contrapposizione politica tra partiti (di cui per altro è evidente lo zampino del DAP, del GOM e dei servizi), contrapposizione di cui evidentemente non ce ne può fregare di meno. Chiaramente, vale la pena ribadire che i detenuti che si possono incontrare al 41 bis non possono che essere quelli condannati per mafia, Alfredo è il solo anarchico ad essere detenuto in quel regime ed è l’amministrazione penitenziaria che decide chi deve fare l’aria assieme.

L’idiozia del teorema della destra, però, ci dà l’opportunità di ricordare alcune cosine sul Partito Democratico, i suoi antesignani, i suoi esponenti attuali e passati; tanto per rammentare di cosa e di chi stiamo parlando ed il perché è impossibile e risulta essere davvero campata per aria ogni ipotesi di convergenza.

Forse ci scordiamo che il primo sindaco ad inaugurare la stagione degli sgomberi di spazi occupati fu l’ex segretario della Cgil, lo “sceriffo” Sergio Cofferati, a Bologna?

Forse ci dimentichiamo che il primo sindaco a costruire un muro che divideva la zona abitata da immigrati dal resto della città, con una politica di sistematica apartheid, non fu un leghista ma l’allora sindaco di sinistra di Padova, Flavio Zanonato?

Forse non ci è chiaro che la primissima legge che istituì i centri di detenzione amministrativi per senza documenti, allora chiamati CPT, approvata nel 1998 dal primo governo a guida Romano Prodi, si chiamava Turco-Napolitano, dai nomi giustappunto di due esimi esponenti di quel partito che in seguito sarebbe divenuto il PD?

Forse che non sappiamo che un uomo di punta di questo partito, Marco Minniti, è stato il primo responsabile, da ministro degli interni del governo Gentiloni, del “memorandum Italia-Libia” del 2017, ovvero degli accordi criminali con le milizie libiche per costruire nuovi campi di detenzione, dove vengono torturate e stuprate le persone in transito, e di un famigerato “pacchetto sicurezza” da cui poi la destra ha attinto e si è ispirata per i suoi successivi “pacchetti sicurezza”?

Forse che obliamo il fatto che un altro suo compagno di merende, Massimo D’Alema, è quello che da presidente del consiglio alla fine degli anni 90 faceva bombardare la ex Jugoslavia coi caccia italiani?

Forse ci piace far finta che non sia stato Pier Luigi Bersani, uomo delle cooperative rosse legato alla CMC (quella che costruisce il Tav, altro progetto caro al PD), a varare nel 1999 una serie di privatizzazioni nel settore pubblico (passato alla storia come decreto Bersani), tra cui il settore dell’energia, ai tempi in cui era ministro all’industria e al commercio del governo D’Alema? Quel Bersani che, ai tempi in cui era segretario del PD, nel 2011, durante una dolorosissima crisi economica in corso, approvò il sostegno al governo di Mario Monti sostenuto anche dalle destre, che introdusse l’innalzamento dell’età pensionabile (legge Fornero) e la modifica dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori per rendere più facili i licenziamenti per motivi economici?

Forse ci dimentichiamo ancora del governo 2014-2016 di Matteo Renzi, e delle sue leggi contro la classe lavoratrice, attraverso il varo del Job’s act con le ulteriori e peggiorative modifiche all’art.18, che hanno reso il reintegro impossibile dopo un licenziamento per motivi economici?

Forse che non fu un governo di centro-sinistra ad inaugurare le norme sulla flessibilità del lavoro, con l’approvazione del “pacchetto Treu” del 1997 (dell’allora ministro del Lavoro del primo governo Prodi, Tiziano Treu), introducendo precarietà e nuovo sfruttamento prevedendo forme contrattuali di lavoro atipico, sino ad allora non previste dal diritto del lavoro italiano, come il lavoro temporaneo ed interinale?

Non fu forse il PD a sostenere durante gli anni della pandemia il governo Conte 2 e i suoi decreti su coprifuoco e green pass, e poi il successivo governo del super-banchiere Draghi che ha aumentato la miseria del proletariato con le sue misure liberiste?

Ci ricordiamo che il Pci di Enrico Berlinguer, antenato del PD, aderì con entusiasmo alle leggi emergenziali sin dai tempi dell’articolo 90 dell’ordinamento penitenziario nel 1975, che prevedeva la possibilità per il ministero, in occasione di proteste e rivolte, di sospendere le ordinarie regole di trattamento e i diritti dei detenuti, con le annesse torture ai danni delle compagne e dei compagni pur di sconfiggere il fenomeno della lotta armata?

Forse ignoriamo che il centro-sinistra ha da sempre sposato acriticamente ed aprioristicamente la sacra retorica dell’antimafia e dell’antiterrorismo, con cui si è avvallata in Italia ogni sospensione perfino di quelle che sono le normale garanzie democratiche, cosa che ha fatto sì che ogni norma emergenziale fosse poi destinata a rimanere per sempre nel corpus giuridico e procedurale come parte integrante delle leggi dello Stato?

Non è stato forse ancora il “comunista” Oliviero Diliberto, ministro della giustizia di un governo di centrosinistra (il governo D’Alema), a istituire nel 1999 i famigerati reparti speciali antirivolte del GOM della polizia carceraria, poi tristemente diventati famosi per così tanti pestaggi ed omicidi di detenuti?

Forse, tra le altre cose, abbiamo davvero scordato che prima del G8 di Genova, della mattanza alla scuola Diaz, delle torture alla caserma di Bolzaneto, della sospensione dei diritti, dell’omicidio di Carlo Giuliani, con la destra alla regia e ai quadri di comando, ci fu però il Global Forum promosso dall’OCSE a Napoli il 17 marzo 2001? Abbiamo scordato che quel giorno, in occasione del vertice dei rappresentanti dei paesi più ricchi del Mondo, le forze dello Stato, dirette dal governo di centrosinistra di Giuliano Amato, sostenuto anche dal Partito dei Comunisti Italiani di Cossutta, Diliberto e Marco Rizzo, si diedero al massacro sistematico di chi protestava? E che in quello stesso giorno alcuni manifestanti feriti furono rastrellati nei pronto soccorsi cittadini e condotti alla caserma Raniero e poi riempiti di botte? E che gli agenti ne uscirono puliti, mentre il movimento “antiglobalizzazione”, nato appena due anni prima a Seattle, dopo la repressione subita a Napoli e a Genova nel 2001 e dopo la fittizia distinzione, fatta propria da certa sinistra, tra manifestanti buoni e manifestanti cattivi…nemmeno a dirlo, anarchici! finì a scatafascio?

Forse…. Ma ne abbiamo già dette anche troppe! Ed è questa gentaglia sinistrata che vorrebbe farsi carico di una soluzione “umana” nei confronti di Alfredo, tanto da inscenare la commedia di andarlo a trovare in carcere, affermando però allo stesso tempo di non essere assolutamente contro il 41bis, perché considerato ancora un imprescindibile strumento di contrasto della criminalità. 41 bis che, vale ricordarlo, è un articolo dell’ordinamento penitenziario introdotto dalla Legge Gozzini del 1986, durante il secondo governo del socialista Bettino Craxi, e che prende il nome del suo promotore, l’ex parlamentare comunista, poi indipendente di sinistra, Mario Gozzini.

Alla larga da questa gente! Se il PD aveva pensato di guadagnare qualche voto sulla pelle di un compagno, dimostrandosi interessato alla vicenda e mostrando un lato “umanitario” ipocrita quanto stucchevole, in vista delle regionali di febbraio, ha fatto male i suoi conti, come si è visto anche dai risultati di questa tornata elettorale. Gli anarchici, le anarchiche, non votano! Gli anarchici, le anarchiche, disprezzano questo genere di persone! Uomini e donne di Partito, non solo come ovvio non ci ispirano nessuna fiducia, ma in questo caso ci risultano anche Pateticamente Deficenti.

PFV https://piccolifuochivagabondi.noblogs.org

febbraio 2023