Riceviamo e pubblichiamo.
Domenica 13 aprile abbiamo deciso di andare sotto quell’abominevole struttura che è il carcere della Rocca a Forlì, per rompere uno dei meccanismi chiave della prigionia, cioè l’isolamento di chi è ingabbiatx.
Il governo Meloni, come tutti quelli che l’hanno preceduto, considera le persone detenute degli scarti umani da eliminare.
I carceri sono delle strutture di annientamento dove anche le basilari libertà dell’individuo vengono calpestate.
La pioggia non ci ha fermato e abbiamo portato i nostri contenuti e la nostra solidarietà di fronte a questa struttura che divora carne umana di proletari e proletarie. Da dentro quelle mura ci é giunta la voce e il saluto dei reclusi e delle recluse. Un grido si udiva sopra gli altri: LIBERTÀ!
Mai come in questo momento storico la linea di separazione tra prigionia e "vita civile" é labile e a tratti indistinguibile: ogni nostro gesto nelle città - e non solo - è spiato da dozzine di occhi elettronici, i nostri dati analizzati dagli algoritmi, i nostri spostamenti sorvegliati, la nostra vita intera sottoposta a check-point e controlli (dai tornelli in fabbrica fino al badge elettronico di scuole/università, senza dimenticare l'epoca pandemica coi suoi green pass e QR-code, ora applicati per esempio per pagare il Contributo d'Accesso per poter accedere alla città di Venezia).
E se ci spostiamo verso altre latitudini, come non pensare alla più grande galera a cielo aperto del mondo, Gaza, teatro di un genocidio in diretta tv che sta fruttando miliardi alle industrie Hi-Tech degli armamenti e del digitale?!
Essere fuori da un carcere e comunicare con chi vi é reclusx, significa non dimenticarsi mai che le prigioni sono costruite da coloro che hanno il potere di rinchiudere chi, per urgenza di azione o per una semplice esigenza legata alle proprie condizioni di vita, mette in discussione la necessità del dispositivo penitenziario oppure minaccia la proprietà dei padroni.
La galera non é uno strumento di giustizia (sennò sarebbe piena di banchieri, industriali, politici... e invece!) ma di esclusione e ricatto sociale, di annichilimento della persona.
Una società che necessita delle prigioni per esistere é essa stessa un carcere, lo urlavamo anni fa e lo gridiamo tanto più oggi, dopo che col "DL sicurezza" si sono introdotti altri nuovi reati e si sono inasprite ancor più le pene per chi contesta le politiche dei governi, blocca la logistica del capitalismo, lotta contro un'infrastruttura energetica e nociva, oppure per chi occupa una casa per non crepare sotto un ponte.
Insomma, una misura espressamente ideata per colpire chi esprime idee e pratiche non allineate.
Questo decreto-legge colpisce anche e soprattutto chi é reclusx, ora processabile per "rivolta carceraria" anche solo per resistenza passiva, come uno sciopero della fame o un rifiuto di rientrare dall'ora d'aria.
Questa norma è prevista, oltre che per i penitenziari, anche per quei lager amministrativi che sono i CPR per senza documenti.
In più il DL prevede il carcere anche per le donne incinte e i loro figli neonati. Un provvedimento infame che si commenta da solo.
Il potere non ha pietà né limiti, é solo con la lotta che potremo strappare qualche spiraglio di miglioramento.
Per una vita senza gabbie di nessun genere.
Contro il decreto sicurezza e la "giustizia" dei padroni.
Al fianco di chi si ribella e resiste nelle galere, casa di lavoro, rems, istituti minorili, Cpr.
Con la Palestina nel cuore.
Tuttx liberx!
Anarchicx e Libertarx