Il passaggio dell’ennesimo fenomeno metereologico “estremo” in Europa, dopo le alluvioni che recentemente hanno interessato l’Emilia-Romagna (18-19 settembre e 19-20 ottobre 2024) nei territori già colpiti dall’alluvione del maggio 2023, stavolta ha coinvolto la Spagna. A farne le spese è stata soprattutto la Comunità di Valencia. Le immagini giunte dalla città assomigliano a quelle di un disaster movie, però sono tragicamente vere. Il fenomeno temporalesco della DANA o Gota Fria (Goccia fredda) ha portato, martedì 29 ottobre, alla devastazione di interi quartieri a sud del centro storico, strade piene di acqua e fango e enormi mucchi di auto distrutte, oltre 200 persone decedute, un’ottantina di dispersi, 360.000 senz’acqua e 155.000 senza elettricità. Si tratta di una delle alluvioni più distruttive degli ultimi anni. Dobbiamo a questo punto chiederci se quello che è successo era evitabile, e in caso affermativo quali sono le responsabilità dell’accaduto. Anche perché stiamo parlando di fenomeni climatici e meteorologici che si stanno palesemente acutizzando, con distanze tra un evento e l’altro che si fanno sempre più ridotte, non dunque “una volta ogni 100 anni”.
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