FORLì GIOVEDÌ 2 MAGGIO. Serata di approfondimento sulla guerra.

Segnaliamo.


FORLI. GIOVEDÌ 2 MAGGIO, AL CIRCOLO ARCI ASYOLI
(Corso Garibaldi 280) SERATA DI APPROFONDIMENTO SULLA GUERRA.

► Dalle 18:30 momento collettivo di letture scelte antimilitariste e testi sulle guerre in corso (se hai qualcosa da leggere e da condividere portalo e parliamone); troverai anche un banchetto di materiale informativo!

COLLETTIVO SAMARA
Per info: samara@inventati.org

SPESE MILITARI ED EXPORT DI ARMI: I NUMERI DELL’ITALIA.

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I conflitti si estendono nel mondo. Gli Stati si riarmano. I diversi contesti geografici e i mari vengono saturati di soldati, cannoni e navi da guerra. Le relazioni internazionali vengono affrontate con un approccio militarista, come vediamo in particolare in Ucraina e nel Medio Oriente (e in molte altre regioni dimenticate). Se le cifre – tra cui quelle che forniamo qui in allegato PDF con questa nostra relazione – ci dicono qualcosa, quel qualcosa non è incoraggiante. La corsa al riarmo mondiale a cui stiamo assistendo assomiglia a quella vista precedentemente alle due Guerre Mondiali. Anche questo certamente non è un buon segnale e ci informa in maniera abbastanza chiara di quale sia la direzione volutamente intrapresa dagli Stati, se non sapremo mettere i proverbiali bastoni tra gli ingranaggi ormai a pieno regime della macchina militare. Perché prima o dopo, è sempre stato così, gli armamenti costruiti dalle aziende belliche e acquistate dagli Stati, oltre che dalle milizie armate che agiscono per procura per conto di questi ultimi, saranno utilizzati per nuove guerre; e il pericolo di una nuova guerra mondiale, a queste velocità militariste, e per il diretto interesse del complesso militare-industriale-finanziario (che drena immense ricchezze dai fondi sociali delle comunità dei paesi che si riarmano, contribuendo così anche alla “guerra interna” alle persone sfruttate), non è più una possibilità remota o una congettura da nerd della geopolitica.

PICCOLI FUOCHI VAGABONDI

PALESTINA. Cronologia delle ingerenze occidentali, della colonizzazione sionista e del conflitto arabo-israeliano

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Israele, ad oggi una delle prime 20 potenze militari al mondo (dispone di quasi 4 milioni di soldati, 2,200 carrarmati, 600 aerei da combattimento, missili, droni e tecnologie militari all’avanguardia), si sta rendendo responsabile di migliaia di morti e feriti, di una vera e propria punizione collettiva della popolazione palestinese di Gaza, facendo sviluppare in tutto il mondo boicottaggi, proteste e azioni dirette che vogliono la fine dell’aggressione militare e il disimpegno dai territori ancora occupati dai coloni degli insediamenti abusivi.
Boicottaggi, azioni, blocchi portuali, occupazioni delle università, ecc, sono portati avanti in tutto il mondo anche per ottenere il termine delle collaborazioni che gli Stati, le imprese (per esempio l’italiana Leonardo) e le istituzioni occidentali continuano a mantenere con lo Stato Israeliano.
La Palestina è da sempre crocevia di popolazioni, di incontri, ibridazioni culturali, ma anche di accesi scontri, in cui la religione ha spesso fornito da pretesto. Le popolazioni che vi hanno abitato nei millenni e nei secoli, modificando di volta in volta culture e credo, hanno subito spesso il dominio e le ingerenze di potenze colonizzatrici esterne. L’ultima colonizzazione in ordine di tempo è quella sionista, un movimento nazionalista ebraico che si propone si instaurare il biblico Regno di Israele di 3.000 anni fa. Di seguito pubblichiamo una cronologia di quelle che sono state le ingerenze occidentali in quest’area geografica, le tappe che hanno portato alla colonizzazione sionista della Palestina e i motivi del lungo conflitto arabo-israliano. Sperando che questa cronologia possa essere anche utile strumento di approfondimento per i vari contesti di lotta che si sono sviluppati negli ultimi tempi dopo gli eventi del 7 ottobre 2023 e l’attacco Israeliano sulla Striscia di Gaza.

 

 

LO STATO SIONISTA D’ISRAELE È L’OPPRESSORE. Considerazioni scritte per la serata di approfondimento del 11 aprile 2024 a Forlì

Rendiamo qui disponibile un testo scritto dal Collettivo Samara di Forlì per la serata di approfondimento sulla palestina che si è tenuta Giovedì 10 Aprile nella cittadina romagnola.

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FORLì GIOVEDÌ 11 APRILE. Serata di approfondimento sulla Palestina

Ci fa piacere condividere questa iniziativa che si terrà giovedì 11 aprile 2024 a Forlì, organizzata dal Collettivo Samara in solidarietà alla popolazione palestinese.


GIOVEDÌ 11 APRILE, SERATA DI APPROFONDIMENTO SULLA PALESTINA.
Presso il Circolo ARCI Asyoli, corso Garibaldi 280, a Forlì.

Dalle 18:30 momento collettivo con letture di testi scelti
(se hai qualcosa da leggere e condividere assieme portalo)
A seguire proiezione del documentario “RESISTANCE CLIMBING”.
Di Andrew Bisharat / Durata: 40 min.
Nella Cisgiordania dilaniata da uno stato continuo di guerra, lo scrittore e alpinista statunitense-palestinese Andrew Bisharat scopre assieme a un gruppo eterogeneo di scalatori un ritrovato senso di comunità, di resistenza rispetto alla dura realtà e di riscatto, grazie all’arrampicata.

Durante l’iniziativa troverai anche un banchetto con materiale informativo.

COLLETTIVO SAMARA. PER INFO: samara@inventati.org

(di seguito la locandina dell’iniziativa)

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SETTIMANA DELL’AZIONE / PRAGA / 20 – 26 MAGGIO 2024 /

Da https://actionweek.noblogs.org/

Dal 20 al 26 maggio 2024, Praga ospiterà la Settimana d’azione, il cui motto è:

“Insieme contro le guerre capitaliste e la pace capitalista.”

Ogni giorno della settimana sarà caratterizzato da un evento diverso. Ci saranno presentazioni, discussioni, raccolte di fondi, proteste e vari tipi di azioni dirette. La fine della settimana sarà poi dedicata a una fiera del libro e a una conferenza internazionalista, in cui cercheremo di passare dalle questioni teoriche al coordinamento di attività concrete contro la guerra.

Il tema generale delle giornate d’azione non è stato scelto a caso. Si tratta di un argomento di importanza globale. Le guerre tra stati che si sono intensificate negli ultimi anni stanno avvicinando l’umanità alla possibilità che scoppi un’altra guerra mondiale. Milioni di persone già vengono sacrificate nelle guerre e la situazione peggiorerà se non ci sarà una risposta adeguata. Pertanto, nello spirito dell’internazionalismo proletario e del disfattismo rivoluzionario, cerchiamo di dare a individui e gruppi di diverse parti del mondo l’opportunità di incontrarsi, associarsi e coordinare i loro sforzi comuni.
La borghesia e i suoi alleati parlano di guerra per trasformarci in carne da cannone o in coloro la cui energia vitale fa girare gli ingranaggi della produzione bellica.

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ANCORA SULLA GUERRA IN UCRAINA. Un nostro articolo tradotto in Francese.

Il collettivo multilingue TŘÍDNÍ VÁLKA # CLASS WAR # GUERRE DE CLASSE che porta avanti un meritorio lavoro di traduzione e diffusione di scritti in difesa del disfattismo rivoluzionario e per l’opposizione alla guerra, ha tradotto in francese il nostro articolo PER RIBADIRE LE NOSTRE IDEE. Ancora sulla guerra ucraina e la deriva militarista di parte del movimento in una versione leggermente ridotta del testo originale in italiano “per andare dritti all’essenziale, cioè la discussione e l’azione pratica del disfattismo rivoluzionario”.
Lo potete trovare
QUI in versione PDF.

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LA GUERRA NON È UNA PARTITA A PALLONE

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Viviamo strani momenti. Mentre i conflitti esplodono o si riacutizzano in diverse parti del mondo, per i soliti interessi economici e di potere, e gli Stati si riarmano per le prossime guerre, c’è chi fa il tifo da casa, come se si trattasse di una partita di calcio da guardare su uno schermo.

Mentre sul fronte interno i governi si preparano alla carneficina sociale che scaturirà dall’economia di guerra e realizzano già oggi, di conseguenza, una serie sterminata di decreti e leggi contro i movimenti, per coprirsi le spalle dalle future proteste, e manganellano chi scende in strada per chiedere il cessate il fuoco (come avvenuto in diversi cortei contro il genocidio in corso a Gaza), c’è chi pensa che sia furbo organizzare iniziative che appoggiano l’uno o l’altro dei giocatori statali sul campo bellico globale. Senza capire che stavolta il campionato non lo vince nessuno, tanto meno i tifosi.

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PICCOLI FUOCHI VAGABONDI Letture contro la repressione

Le poche entrate delle (auto)pubblicazioni di Piccoli Fuochi Vagabondi non servono per fare le vacanze su isole assolate con drink da 20 euro in mano, ma per dare questa mano a quelle compagne e compagni che sono incappati nelle maglie della repressione statale.
Per questo abbiamo deciso fin dall’inizio di lasciare quanto più possibile, tolte le spese di carta, inchiostro e spedizioni, il ricavato delle vendite a sostegno della Cassa Antirepressione Capitano A.C.A.B., una cassa nata qualche anno fa dalle parti della Romagna per compagne e compagni inguaiatx con la legge.

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È USCITO IL NUOVO CATALOGO E.R.F.

Siamo davvero felici di informarvi, da queste pagine, che è disponibile il nuovo CATALOGO E.R.F. aggiornato.
L’Equal Rights Forlì è una distribuzione di libri, opuscoli, riviste, idee e suoni autoprodotti (D.I.Y.) attiva dall’ormai lontano 1997.
Un contenitore a cui poter attingere, di materiale (contro)informativo e di critica radicale a tutte le dinamiche di sfruttamento/dominio che caratterizzano la cultura contemporanea.
Tra le altre cose, questi amicx hanno la gentilezza di distribuire anche i lavori autopubblicati da noi, come Piccoli Fuochi Vagabondi.
Potete trovare il nuovo catalogo al banchetto E.R.F. durante le varie iniziative in giro per la Romagna e non solo, e anche allo Spazio Libertario “Sole e Baleno” di Cesena. È inoltre possibile averlo comodamente a casa tramite posta, contattando questa mail:
equalrights@inventati.org

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LA PIENA È PASSATA?

  • Volantino distribuito in piazza a Forlì da alcunx anarchici e anarchiche, mercoledì 17 gennaio, durante il presidio di alcuni comitati degli alluvionati contro la visita di Giorgia Meloni e Ursula Von Der Leyen, ricevute nella sala comunale per una conferenza stampa, in cui hanno promesso l’arrivo dei finanziamenti europei del Pnrr per la pretestuosa “ricostruzione” delle infrastrutture nei territori colpiti dall’alluvione del maggio scorso (teoricamente stiamo parlando di opere di ripristino della viabilità e di cosiddetta “difesa idraulica”). Ore prima a Bologna era stato siglata, a tal proposito, la firma dell’accordo per lo Sviluppo e la coesione tra il governo italiano e la Regione Emilia Romagna, alla presenza del presidente della regione, Stefano Bonaccini. In una piazza forlivese blindata all’inverosimile, transennata da tutte le parti e con un numero spropositato di mezzi antisommossa, celerini e digossini, e di auto blu al seguito del capo del Governo, molti i cori delle persone alluvionate, che aspettano ancora i risarcimenti promessi da maggio dal governo, contro questa ignobile passerella elettorale, il tutto condito con qualche bestemmia in romagnolo. Ad 8 mesi di distanza, nel forlivese e non solo, sono ancora diverse le persone che non possono rientrare nelle loro case, e che sono ospitate da amici o, a spese loro, in qualche camera di albergo. 

PDF: la piena è passata

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L’INFERNO È DEI VIVENTI

Pubblichiamo il testo di un volantino distribuito al campus universitario e in alcune scuole di Forlì.


Italo Calvino diceva che se c’è un inferno, è quello che costruiamo noi umani ogni giorno, qui, sulla terra. Purtroppo guardando le immagini che provengono da Gaza (senza dimenticare lo Yemen, la Siria, il Sudan, l’Ucraina e un lungo e sanguinoso eccetera) sembra che avesse tragicamente ragione.

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50 ANNI DALLA RIVOLTA DEL POLITECNICO AD ATENE. Testo dell’occupazione di Evangelismos

Questo novembre è il 50mo anniversario della rivolta studentesca del Politecnico di Atene contro la dittatura fascista dei Colonnelli in Grecia, salita al potere con un colpo di Stato nel 1967, sostenuto dagli Stati Uniti. Il 14 novembre del 1973 gli studenti del Politecnico, molti di cui anarchici, entrarono in sciopero e occuparono la facoltà. L’occupazione seguiva di alcuni mesi (febbraio 1973) lo sciopero degli studenti di legge che avevano occupato la loro facoltà ed erano stati brutalmente sgomberati da polizia ed esercito. L’occupazione colse impreparato l’apparato repressivo del regime che non riuscì ad intervenire immediatamente anche grazie alla solidarietà che gli studenti ottennero; infatti, da subito, migliaia di lavoratori, studenti medi e universitari di altre facoltà accorsero al Politecnico occupato. Durante le giornate del 14, del 15 e del 16 continuarono a susseguirsi assemblee, iniziative, venne attivata una stazione radio che trasmetteva in tutta la zona di Atene, vennero barricati gli ingressi dell’università. Il governo impose la legge marziale e sospese la fornitura di energia elettrica a tutta la città (eccetto il Politecnico che era dotato di generatori di emergenza subito messi in funzione dagli studenti). Queste prime risposte non riuscirono a spegnere la protesta che anzi crebbe di intensità e partecipazione tanto da spingere il governo a far circondare dall’esercito l’intero quartiere di Atene, Exarchia, e il Politecnico in modo da fermare l’afflusso di gente. Alle 3 del mattino del 17 novembre un carro armato sfondò l’ingresso principale della facoltà facendo entrare i soldati nel cortile che trovarono gli studenti determinati a non cedere in alcun modo. All’interno dell’università la repressione fu brutale, arrivando fino a giustiziare con un colpo di pistola alla nuca uno studente, Michael Mirogiannis, di 19 anni. Contemporaneamente allo sgombero, trasmesso in diretta dalla radio del politecnico, gli studenti e gli operai attaccarono l’esercito nel resto della città, le barricate si moltiplicarono, in molti zone della città le forze repressive furono messe in seria difficoltà. La risposta del governo fu anche in questo caso estremamente brutale, furono 42 i morti durante lo sgombero e i successivi scontri (tra cui anche un bambino di 5 anni ucciso da un colpo di fucile di un soldato durante i rastrellamenti di un quartiere popolare di Atene) e centinaia i feriti.
La rivolta è generalmente considerata come l’atto che segnò l’inizio della fine del regime militare, destinato a cadere pochi mesi dopo, nel 1974. La rivolta pose anche fine al tentativo di “liberalizzazione” del regime militare. Il 17 novembre è attualmente festività per tutti gli istituti scolastici in Grecia e occasione di lotta per i movimenti anarchici. A seguire pubblichiamo un contributo da parte dell’occupazione di Evangelismos (Heraclion) che mette in relazione le lotte e gli aspetti della società greca di ieri e di oggi. Aspetti odierni che in maniera similare potremmo adattare alla situazione italiana.

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È USCITO L’OPUSCOLO “Guerra in Ucraina. Il Dibattito in campo anarchico” [Piccoli Fuochi Vagabondi]

É uscito a fine ottobre per Piccoli Fuochi Vagabondi, l’opuscolo “Guerra in Ucraina. Il Dibattito in campo anarchico”, 60 pagine con copertina cartonata. L’opuscolo raggruppa, con piccole modifiche e l’aggiunta di note redazionali, tre articoli scritti per il sito piccolifuochivagabondi.noblogs.org, come parte delle riflessioni seguite all’invasione russa dell’Ucraina del febbraio 2022, soffermandosi volutamente su un particolare aspetto, ossia il posizionamento da parte della sinistra cosiddetta “radicale” dell’Europa orientale ed occidentale e principalmente dell’area riconducibile all’anarchismo internazionale nelle sue plurime forme nel dibattito sul conflitto in corso, cercando di mantenere una posizione chiara e ben delineabile: il rifiuto di questa come di ogni altra guerra e della propaganda militarista.

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